lunedì 26 ottobre 2015

Il mio saluto - 18 ottobre 2015

Benvenuti a tutti voi!!!

Ex-allievi, se la curiosità ha portato qualcuno fin qui, colleghi di recente e lungo corso, docenti tutti!

Questo è il 2° appuntamento intorno all'iniziativa Ri-incontriamoci. La prima c'è stata a Pordenone il 27 settembre per la sede di coloro che negli anni si sono formati presso la sede di Mestre. In quella occasione si sono incontrate 70 persone circa ed è stata l'occasione non solo per "ri-incontrarci" ma anche per "raccontarci" e, ritessendo fili, scoprire e condividere cosa hanno rappresentato questi anni per noi e per loro.

Non è la prima volta che ci ritroviamo insieme.

Qualcosa di simile venne  fatto  a Roma, nel 2002, in occasione del venticinquesimo dellIRPIR quando Pio, insieme ad alcuni della vecchia guardia (Mariangela Figini, Serena Barreca, Raffaele Mastromarino e me) tracciò una breve storia dei nostri primi 25 anni e di ciò che aveva animato lavvio di questa impresa.

Ho voluto riprendere le parole di Pio in quelloccasione, parole che trovo preziose per avviare lesperienza  che faremo oggi insieme:

Pio  pose la domanda Quale sarà il prossimo futuro?

E la sua risposta fu: Ritengo che sarà bello, che sarà un futuro nel quale bisognerà lottare. Siamo sempre su unaltalena, dovremo sempre misurarci con una caverna e con una pianura: nella caverna ci si rifugia, si pensa, si riflette e nella pianura si lotta con le belve. E importante saper fare la spola tra il rintanarsi ed il lottare. Credo sia questo il futuro che ci attende.

Quale messaggio possiamo prendere per noi oggi dalle sue parole?

Come prima cosa colgo un invito a continuare a sognare, e a sognare coltivando  speranza; il futuro sarà bello è un invito proprio in questa direzione e porta con sé anche la sfida di nutrire i sogni di chi sceglie di formarsi da noi.

C’è poi la metafora dellaltalena tra la caverna e la pianura, metafora a lui cara.

Credo che levento Ri-incontriamoci parli di un desiderio di caverna che abbiamo colto tra noi e nelle varie sedi. Avvertiamo la necessità di ritrovarci per raccontarci cosa abbiamo creato in questi anni, quali risorse ci sono state, quali le difficoltà incontrate; in una parola per pensare e riflettere insieme continuando a progettare il nostro futuro.

Chissà se questi scambi saranno occasione per costruire tra noi  reti , reti che ci permettano di affrontare la pianura continuando ad impegnarci , per usare le parole di  Pio , a dialogare senza spaccare, a condividere beni senza derubare, ad arricchire senza manipolare, ad innovare senza distruggere.
Affrontiamo quindi le sfide attuali restando fedeli ad un nostro  principio di fondo: vita mea, vita tua.

Vedo anche alcuni fari che ci possono aiutare nel perseguire questo principio:

Coltivare il senso della giustizia; linvito riguarda il lasciarsi guidare dalla  ricerca del bene comune nel promuovere la convivenza tra persone con culture diverse.

Coltivare un senso di prudenza; si tratta di leggere i cambiamenti in cui viviamo   in modo da coniugare, con sapienza, il valore che viene dalla tradizione con quello legato alla sperimentazione di strade nuove.

Coltivare il senso di fortezza; specie per le nuove generazioni, c’è la necessità di sviluppare un senso di forza per resistere ed essere aiutati a resistere allo scoraggiamento di fronte ad un senso di incertezza, di precarietà rispetto al  futuro. 

Coltivare la capacità di resistere alle tentazioni; ciò che nella nostra storia passata sono state le risorse avute per sopravvivere, costituiscono le tentazioni di oggi, tentazioni  nel ripercorrere soluzioni certe e, anche se limitanti, sicure ed evitare così di prendere rischi senza i quali non possiamo scrivere nuove pagine per il nostro futuro.


Susi

N.B. In molti ci hanno chiesto di rivedere il video di Pio che abbiamo proiettato il 18 ottobre scorso.  Per poterlo visualizzare o scaricare clicca sul link che segue (Walser di Pio).


3 commenti:

  1. Ciò che mi ha colpito è stato respirare ancora una volta aria di casa e un clima caldo che mi ha riscaldato il cuore. E come 4 anni fa mi sono sentita carica di energie e con gli strumenti adatti ad affrontare il mondo di fuori. Mi sono sentita di farcela perché sostenuta, amata e capita. Allo stesso tempo ho provato tutto questo per i miei colleghi e per la comunità che per me è una famiglia.
    Vi ringrazio per la giornata, ringrazio ciascuno di voi e , con il cuore pieno di amore e di riconoscimento, ringrazio Pio.
    Elisa (08-11)

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  2. Ciò che mi ha colpito è stato respirare ancora una volta aria di casa e un clima caldo che mi ha riscaldato il cuore. E come 4 anni fa mi sono sentita carica di energie e con gli strumenti adatti ad affrontare il mondo di fuori. Mi sono sentita di farcela perché sostenuta, amata e capita. Allo stesso tempo ho provato tutto questo per i miei colleghi e per la comunità che per me è una famiglia.
    Vi ringrazio per la giornata, ringrazio ciascuno di voi e , con il cuore pieno di amore e di riconoscimento, ringrazio Pio.
    Elisa (08-11)

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  3. Grazie Elisa,
    il tuo commento è molto bello e toccante. E' proprio vero che sentire di avere un luogo di provenienza, una casa comune, aiuta a fronteggiare ed esplorare al meglio il mondo esterno.
    Sono rimasto colpito anch'io da qualcosa di analogo, cioè le tante traiettorie e storie che ho sentito in quel giorno. Ho sentito che mi hanno restituito il senso sia della ricchezza delle diverse esperienze professionali e umane, sia della solidità delle basi di partenza.
    Mi piace sentire queste basi e quest'appartenenza.
    Grazie a tutti,
    Massimo Gubinelli

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