Benvenuti a tutti voi!!!
Ex-allievi, se la curiosità ha portato qualcuno fin qui, colleghi di recente e lungo corso, docenti tutti!
Questo è il 2° appuntamento intorno all'iniziativa Ri-incontriamoci. La prima c'è stata a Pordenone il 27 settembre per la sede di coloro che negli anni si sono formati presso la sede di Mestre. In quella occasione si sono incontrate 70 persone circa ed è stata l'occasione non solo per "ri-incontrarci" ma anche per "raccontarci" e, ritessendo fili, scoprire e condividere cosa hanno rappresentato questi anni per noi e per loro.
Ex-allievi, se la curiosità ha portato qualcuno fin qui, colleghi di recente e lungo corso, docenti tutti!
Questo è il 2° appuntamento intorno all'iniziativa Ri-incontriamoci. La prima c'è stata a Pordenone il 27 settembre per la sede di coloro che negli anni si sono formati presso la sede di Mestre. In quella occasione si sono incontrate 70 persone circa ed è stata l'occasione non solo per "ri-incontrarci" ma anche per "raccontarci" e, ritessendo fili, scoprire e condividere cosa hanno rappresentato questi anni per noi e per loro.
Non è la
prima volta che ci ritroviamo insieme.
Qualcosa di simile venne fatto
a Roma, nel 2002, in occasione del venticinquesimo dell’IRPIR
quando Pio, insieme ad alcuni della vecchia guardia (Mariangela Figini, Serena
Barreca, Raffaele Mastromarino e me) tracciò una
breve storia dei nostri primi 25 anni e di ciò che
aveva animato l’avvio di questa impresa.
Ho voluto riprendere le parole
di Pio in quell’occasione, parole che trovo preziose per avviare l’esperienza che faremo oggi insieme:
Pio pose la domanda “Quale
sarà il prossimo futuro?”
E la sua risposta fu: “Ritengo
che sarà bello, che sarà un futuro nel quale bisognerà
lottare. Siamo sempre su un’altalena, dovremo sempre
misurarci con una caverna e con una pianura: nella caverna ci si rifugia, si
pensa, si riflette e nella pianura si lotta con le belve. E’
importante saper fare la spola tra il rintanarsi ed il lottare. Credo sia
questo il futuro che ci attende”.
Quale messaggio possiamo
prendere per noi oggi dalle sue parole?
Come prima cosa colgo un invito a continuare a sognare, e a sognare
coltivando speranza; ” il
futuro sarà bello” è un
invito proprio in questa direzione e porta con sé
anche la sfida di nutrire i sogni di chi sceglie di formarsi da noi.
C’è poi
la metafora dell’altalena tra la “caverna e la
pianura”, metafora
a lui cara.
Credo che l’evento
“Ri-incontriamoci” parli di un desiderio di “caverna” che
abbiamo colto tra noi e nelle varie sedi. Avvertiamo la necessità di
ritrovarci per raccontarci cosa abbiamo creato in questi anni, quali risorse ci
sono state, quali le difficoltà incontrate; in una parola per
pensare e riflettere insieme continuando a progettare il nostro futuro.
Chissà se
questi scambi saranno occasione per costruire tra noi “reti” ,
reti che ci permettano di affrontare la “pianura”
continuando ad impegnarci , per usare le parole di Pio ,” a
dialogare senza spaccare, a condividere beni senza derubare, ad arricchire
senza manipolare, ad innovare senza distruggere”.
Affrontiamo quindi le sfide
attuali restando fedeli ad un nostro
principio di fondo: “vita
mea, vita tua”.
Vedo anche alcuni fari che ci possono
aiutare nel perseguire questo principio:
Coltivare
il senso della giustizia; l’invito
riguarda il lasciarsi guidare dalla ricerca
del bene comune nel promuovere la convivenza tra persone con culture diverse.
Coltivare un senso di prudenza; si tratta di leggere i cambiamenti in cui viviamo in
modo da coniugare, con sapienza, il valore che viene dalla tradizione con quello legato
alla sperimentazione di strade nuove.
Coltivare il
senso di fortezza; specie per le nuove generazioni, c’è la necessità di sviluppare un senso di forza per resistere
ed essere aiutati a resistere allo scoraggiamento di fronte ad un senso di
incertezza, di precarietà rispetto al
futuro.
Coltivare
la capacità di resistere alle tentazioni; ciò che nella nostra storia
passata sono state le risorse avute per sopravvivere, costituiscono le
tentazioni di oggi, tentazioni nel
ripercorrere soluzioni certe e, anche se limitanti, sicure ed evitare così di
prendere rischi senza i quali non possiamo scrivere nuove pagine per il nostro
futuro.
Susi
N.B. In molti ci hanno chiesto di rivedere il video di Pio che abbiamo proiettato il 18 ottobre scorso. Per poterlo visualizzare o scaricare clicca sul link che segue (Walser di Pio).
N.B. In molti ci hanno chiesto di rivedere il video di Pio che abbiamo proiettato il 18 ottobre scorso. Per poterlo visualizzare o scaricare clicca sul link che segue (Walser di Pio).
Ciò che mi ha colpito è stato respirare ancora una volta aria di casa e un clima caldo che mi ha riscaldato il cuore. E come 4 anni fa mi sono sentita carica di energie e con gli strumenti adatti ad affrontare il mondo di fuori. Mi sono sentita di farcela perché sostenuta, amata e capita. Allo stesso tempo ho provato tutto questo per i miei colleghi e per la comunità che per me è una famiglia.
RispondiEliminaVi ringrazio per la giornata, ringrazio ciascuno di voi e , con il cuore pieno di amore e di riconoscimento, ringrazio Pio.
Elisa (08-11)
Ciò che mi ha colpito è stato respirare ancora una volta aria di casa e un clima caldo che mi ha riscaldato il cuore. E come 4 anni fa mi sono sentita carica di energie e con gli strumenti adatti ad affrontare il mondo di fuori. Mi sono sentita di farcela perché sostenuta, amata e capita. Allo stesso tempo ho provato tutto questo per i miei colleghi e per la comunità che per me è una famiglia.
RispondiEliminaVi ringrazio per la giornata, ringrazio ciascuno di voi e , con il cuore pieno di amore e di riconoscimento, ringrazio Pio.
Elisa (08-11)
Grazie Elisa,
RispondiEliminail tuo commento è molto bello e toccante. E' proprio vero che sentire di avere un luogo di provenienza, una casa comune, aiuta a fronteggiare ed esplorare al meglio il mondo esterno.
Sono rimasto colpito anch'io da qualcosa di analogo, cioè le tante traiettorie e storie che ho sentito in quel giorno. Ho sentito che mi hanno restituito il senso sia della ricchezza delle diverse esperienze professionali e umane, sia della solidità delle basi di partenza.
Mi piace sentire queste basi e quest'appartenenza.
Grazie a tutti,
Massimo Gubinelli